Cibo sintetico e Nutri-score

Cibo sintetico e Nutri-score, opportunità o pericoli per l’agroalimentare?

Desta allarme il recente annuncio dell’Olanda che ha finanziato la produzione di carne sintetica. Peraltro il governo olandese ha altresì annunciato un piano di investimenti di oltre 60 milioni di euro nel settore della produzione di cibi sintetici con denaro proveniente dal fondo nazionale per la crescita, ma l’investimento sarà integrato da ulteriori 25 milioni di euro in co-finanziamento europeo.

Il cibo sintetico e la produzione agricola nazionale

È proprio la linea portata avanti al riguardo dalla Commissione europea, sulla necessità di promuovere la creazione di nuovi cibi, al fine di difendere l’ambiente, che sembra rappresentare un reale pericolo per l’agricoltura italiana ed europea.

In una recente intervista il Consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia è intervenuto a stigmatizzare le iniziative europee spiegate da Ursula von der Leyen, per la tutela della salute e dell’ambiente attraverso una maggiore produzione di cibi sintetici che permetterebbe minor impatto ambientale, segnalando che di fatto ciò rischia di azzerare l’agricoltura europea.

In effetti, in tal senso, si è espresso il governo americano attraverso il dipartimento agricolo (USDA) che ha messo in guardia l’Europa affermando che la linea tracciata dalla von der Leyen porterà ad una diminuzione europea del prodotto agricolo fino al 30%.

Coldiretti e Filiera Italia hanno altresì contestato il reale effetto positivo dei cibi sintetici per l’ambiente nonché per l’organismo umano.

Il Nutri-score e i prodotti agroalimentari italiani

Il Consigliere delegato di Filiera Italia ha ricordato che, sempre nell’ottica di una difesa della salute, un ulteriore problema rischia di porsi per la produzione agroalimentare italiana e conseguentemente per l’intero settore agricolo e consiste nell’eventualità di una sempre maggiore affermazione del Nutri-score.

Il Nutri-score è un nuovo sistema di etichettatura per i prodotti alimentari sviluppato da una équipe di epidemiologia nutrizionale francese. Visivamente si presenta come un semaforo, ma in realtà ha una doppia lettura in colori (dal rosso al verde) nonché in lettere (dalla E alla A): ad un prodotto ritenuto “sano” corrisponde la lettera A o il colore verde e così a decrescere con le altre lettere e colori.

Il sistema si basa su 100 grammi di prodotto e serve per confrontare due alimenti della stessa categoria. Ma in realtà è proprio la scelta di questa unità di misura a rendere non sempre veritiera la valutazione ai fini della tutela della salute e della migliore informazione per il consumatore.

Infatti, per fare un esempio, ovviamente 100 grammi di olio sono considerabili “peggiori” per la salute di 100 grammi di una bevanda gassata ma probabilmente non è in questo modo che andrebbe letta l’etichetta ed infatti il sistema prevede un confronto tra alimenti della stessa categoria: resta il fatto che nell’esempio l’olio d’oliva è nella categoria di prodotti poco salutari, nella lettera D (rossa), mentre la Coca Cola zero è all’interno della categoria B (verde chiaro).

L’accusa è che ancora una volta si porti avanti una strategia, vicina agli interessi di multinazionali pronte a produrre cibo sintetico, che avvantaggi l’iper-trasformazione.

Al momento il sistema di etichettatura a semaforo è solo volontario, poiché le aziende possono decidere di adottarlo o meno ed è disponibile solo in Francia, Belgio, Germania e Portogallo. Ma il timore, espresso anche da Coldiretti, è che presto possa arrivare in Italia e comunque svilupparsi in Europa dove però al momento la presentazione della proposta di regolamento è stata rimandata al secondo trimestre del 2023. In questo modo sarà verosimilmente possibile presentare alternative e risposte ai dubbi concreti sul Nutri-score.